Non residente a Rozzano, non più coinvolto nella politica locale, non riesco tuttavia a rimanere indifferente a ciò che si sta muovendo in vista delle elezioni amministrative del 26 maggio.
Mai come quest’anno si è riscontrata tanta incertezza dell’esito finale: anche se i candidati più quotati (Barbara Agogliati per il P.D. e Gianni Ferretti De Luca per la coalizione di centro-destra) sono gli stessi del 2014, sia a livello nazionale sia a quello locale il panorama è molto cambiato.
L’ascesa della Lega sembra poter favorire il centrodestra e condurlo alla vittoria finale, mentre sembra piuttosto dubbia la residua tenuta del tradizionale sistema di potere e di gestione del consenso di cui si è avvalsa cinque anni fa la candidata del P.D..
Per di più, a sinistra si collocano altre due candidature: quella di Massimo D’Avolio e quella di Marco Macaluso, destinate ad erodere parte dei consensi su cui Barbara Agogliati dovrebbe teoricamente contare, e non è pensabile che possa riproporsi uno scenario come quello delle amministrative del 2009, allorché la sinistra nel suo complesso, con i candidati D’Avolio (55%), Malinverno (12%) e Parma (5%) totalizzò circa il 72% dei consensi, evitando che il moltiplicarsi delle candidature provocasse la “caduta” della cosiddetta “roccaforte rossa”.
Per quanto riguarda i “Cinque Stelle”, non penso che il loro candidato Vincenzo Lepori sia destinato a una performance elettorale di particolare rilievo, perché il movimento manca di radicamento locale, non fa registrare risultati di rilievo nelle elezioni amministrative e risulta attualmente in fase calante. Pertanto la partita per il governo della città dovrebbe giocarsi all’interno della tradizionale competizione fra “destra” e “sinistra”.
Come abbiamo visto, il centrodestra si presenta compatto a sostegno di Ferretti, mentre il fronte opposto si presenta frammentato.
Sappiamo bene che normalmente il sindaco uscente parte avvantaggiato: nel 2009 D’Avolio, pur calando di una decina di punti rispetto al 2004, si confermò al primo turno senza particolari difficoltà, ma si trattava di una figura popolare e autorevole, con una significativa esperienza di militanza politica e di amministrazione della città. Non mi sembra che l’attuale candidata del P.D. possieda le stesse qualità. I suoi stessi sostenitori, peraltro, puntano ad un’affermazione al ballottaggio, e già questo la dice lunga su quanto sia convinto il sostegno alla ricandidatura Agogliati, che sembra essere stata semplicemente imposta dopo che l’interessata, dopo aver dubitato, ha deciso di ripresentarsi.
Per sua fortuna, le due candidature che concorrono nello stesso campo non sono fortissime, almeno sulla carta.
Massimo D’Avolio si ripresenta come candidato sindaco dopo l’esperienza in consiglio regionale, tuttora visibilmente scosso dalla tragica perdita del figlio, che lo ha profondamente segnato e ha impresso una dolorosa svolta alla sua vita. È sicuramente ben lontano dall’aver recuperato i consensi di una volta e il suo entourage ci lascia qualche dubbio: credo che la sua azione di disturbo risulterà quantitativamente poco rilevante, anche se può pesare fra gli elettori il mea culpa, pronunciato per riconoscere di aver sbagliato, cinque anni fa, a sostenere la candidatura di Barbara Agogliati.
Marco Macaluso si presenta come candidato dissidente del P.D., di cui è stato segretario cittadino e consigliere comunale. È sostenuto da un bel gruppo di giovani, fra cui diversi ex studenti del “Calvino”: cittadini consapevoli e teste pensanti, di quel tipo di giovani che mi sono sempre augurato che la “mia” scuola potesse far uscire. Sarà ottimismo della volontà, ma credo che davvero possano far registrare un bel risultato e per quanto mi è possibile li sosterrò: perché il loro risultato ci darà la misura della vitalità residua di un P.D. ormai ridotto a una dimensione puramente dinastica, che non sa più neppure guardarsi allo specchio e relega ai margini gli elementi più giovani e dinamici.
Dopo il primo turno, salvo sorprese, rimarranno in campo gli stessi due candidati sindaci del 2014. A quel punto, al di là della qualità dei candidati, si misurerà quanto la voglia di rinnovamento sia effettivamente presente fra i cittadini di Rozzano.